Sessione 1

Materiale suggerito per questa sessione da preparare in anticipo:

  • Sciarpa per la discussione sulla ferite del cuore
  • Pietra / borsa pesante
  • Foglio bianco
  • Matite colorate / evidenziatori
  • Matite / penne

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Conoscersi (cura e condivisione)

In questa prima sessione, il leader dovrebbe essere preparato a guidare l’introduzione e ad aiutare tutti a sentirsi a proprio agio nel gruppo.

Perché siamo qui?  

Siamo qui per parlare delle ferite del cuore, e di come trovare guarigione e libertà dalle ferite del passato. 

Per prima cosa, parliamo delle ferite del cuore:                    

Ferite fisiche e ferite del cuore

Immagina di ferirti a un braccio…

Potresti scegliere di avere due volontari seduti su delle sedie. Puoi bendare un braccio o una gamba per far vedere che uno di loro ha delle ferite fisiche. L’altro invece ha il cuore ferito. Mentre parli delle rispettive differenze, fai riferimento ai volontari sulle sedie. Questo diventerà un ottimo esempio quando esaminerai questo materiale.

Pensiamo alle ferite fisiche. Cosa pensi sia una ferita fisica? Puoi fare qualche esempio?

  • Puoi vederla?
  • Cosa succede se la ignori?
  • Quando cerchi di curarla, cosa succede? (doloroso)
  • Quanto tempo è necessario affinché migliori?
  • Dopo che è guarita puoi riuscire ancora a vedere il taglio?

Adesso pensiamo alle ferite del cuore (cose che fanno male dentro). Cosa pensi sia una ferita del cuore? Puoi fare qualche esempio? 

  • Puoi vedere la ferita del cuore allo stesso modo della ferita fisica?
  • Cosa succede se la ignori? 
  • Quando cerchi di curarla, cosa succede? (doloroso)
  • Quanto tempo è necessario affinché migliori?
  • Dopo che è guarita puoi riuscire ancora a vederla?

Vediamo che le ferite fisiche e quelle del cuore sono simili e richiedono la nostra attenzione.

Possiamo osservare quello che succede quando una ferita fisica guarisce, ma potremmo non riconoscere una ferita del cuore dopo che essa è guarita. Quindi cosa comporta la guarigione di una ferita del cuore? Cercheremo di dimostrarvi cosa accade con un esempio pratico.

I Tre Villaggi

Accade qualcosa che ferisce il tuo cuore. Qualcosa dentro di te viene ferito, perduto o portato via. Forse ti è accaduto qualcosa. Forse hai perduto qualcuno, o qualcosa o forse hai subito una violenza o un tradimento. Molte cose possono procurare una ferita al cuore. Potresti cominciare ad avvertirne i sintomi: cominci ad avere problemi a dormire, hai incubi, ti senti spesso triste o arrabbiato, cominci a osservare tutto quello che c’è intorno a te, ti senti al limite….

C’è un viaggio che abbiamo bisogno di fare per sperimentare la guarigione.

Dovresti far fare al gruppo il viaggio insieme a te camminando per la stanza e fermandoti in un posto specifico per ogni villaggio. Vorrai prendere con te una borsa pesante per mostrare visivamente il peso del trauma mentre viaggi attraverso i villaggi insieme al gruppo. Magari potresti scegliere una parte della stanza per il Villaggio del Nuovo Inizio in cui è impossibile arrivare senza attraversare necessariamente il Villaggio Senza Speranza, così che i partecipanti riescano a vedere che è necessario passare attraverso tutti i villaggi per arrivare poi all’ultimo. 

La prima sosta che facciamo nel nostro viaggio è al Villaggio della Negazione e della Rabbia. In questo villaggio:

  • Potrebbe essere difficile credere che la cosa dolorosa è accaduta
  • Potremmo essere sopraffatti da quanto accaduto, cercheremo di evitarla ma continuerà a tornarci in mente. Forse avremo incubi…..e cercheremo di evitare di andare a dormire…
  • Potremmo sentirci insensibili.
  • Non appena si prende consapevolezza della perdita potremmo provare rabbia.
  • Potremmo essere arrabbiati con Dio, con altre persone o con noi stessi.             
  • Potremmo sentirci fuori controllo e avere dei desideri di vendetta.                

(Se stai trasportando qualcosa di pesante potresti fingere di colpire qualcuno per dimostrarlo visivamente. Assicurati di farlo in modo appropriato senza spaventare alcuno.)

  • Questa fase può durare un mese o forse più. Qualche volta qualcuno rimane bloccato in questo villaggio. 

      (Lascia qualcuno in questo punto mentre il resto del gruppo continua fino al prossimo villaggio.) 

La seconda fermata che facciamo nel nostro viaggio è al Villaggio Senza Speranza. In questo villaggio:

  • Potremmo sentirci tristi e senza speranza; non riusciamo a immaginare che le cose possano migliorare; non abbiamo voglia di fare nulla.

 (Se stai portando il peso, potresti far vedere che ti tiene piegato.)

  • Potremmo sentirci soli e trascurati.
  • Questo è il posto più buio e solitario del nostro viaggio.
  • A questo punto non crediamo più che qualcosa di buono ci capiterà mai.
  • Questa fase dura solitamente dai 6 ai 15 mesi.

Alcune volte qualcuno rimane bloccato in questo villaggio.
(Potresti lasciare qualcuno qui…)

Alcune volte qualcuno torna indietro per un po’ di tempo.
(Dovresti dimostrare l’andare avanti e indietro tra i due villaggi.)

Ma lentamente, qualcosa dentro di noi torna in vita…Questo è il Villaggio del Nuovo Inizio. Ci stiamo riprendendo indietro la nostra vita, il dolore non ci controlla più e ricominciamo di nuovo a vivere. Il peso che ci portavamo appresso, non grava più sulle nostre spalle, siamo stati in grado di depositarlo. In ogni caso non saremo più le stesse persone che eravamo, però possiamo iniziare a pensare di fare cose nuove e continuare una vita che ha di nuovo significato.

(Se stavi portando un peso, dovresti metterlo giù. Non nasconderlo perché non vorrai dare l’idea di qualcosa che è sparita totalmente…puoi ancora vederlo ma il peso non grava più sulle tue spalle.)

  • Vorresti arrivare a questo villaggio? Si
  • Vorresti arrivarci subito dopo essere stato ferito? Si
  • Quando ti tagli un braccio vorresti una crema magica che guarisca istantaneamente il taglio? Si
  • Esiste una crema del genere? No

È lo stesso con la ferita al cuore. Tutti noi intraprendiamo questo viaggio, alcuni sono più veloci di altri a raggiungere il Villaggio del Nuovo Inizio. Ricordate la crema magica di cui abbiamo parlato pocanzi? 

Quali sono le creme magiche che le persone ti invitano a provare?

  • Vai avanti, lascia perdere
  • Prega, prega di più
  • È la volontà di Dio, devi accettarla

Quali sono alcune delle creme magiche che le persone cercano di usare su se stesse?

  • Pretendono che tutto vada meglio.
  • Provano a ferire altri.

Non ci sono scorciatoie per il Villaggio del Nuovo Inizio.

Dovresti mostrare letteralmente una barriera tra il Villaggio della Negazione e della Rabbia e il Villaggio del Nuovo Inizio.

Ma cosa accadrebbe se potessimo fare questo viaggio con qualcun altro? Come cambierebbe questo il nostro viaggio? Queste sessioni riguardano il camminare insieme in questo percorso fino al Nuovo Inizio. Troveremo delle persone che cammineranno con noi e ci ascolteranno, e con le quali noi potremo camminare e che potremo ascoltare. Scopriremo pure che Dio compie questo viaggio con noi. Dobbiamo camminare in questo viaggio, ma ci sono molte cose che possiamo fare per aiutarci ad avanzare di villaggio in villaggio. 

Potresti rappresentare questo camminando di nuovo tra i villaggi insieme a qualcuno. Porta qualcuno al primo villaggio e chiedi: “tu ti trovi nel primo villaggio adesso e sai che hai un lungo viaggio da compiere. Come ti senti in questo momento? (Dai il tempo di rispondere, forse diranno qualcosa tipo “sopraffatto”.) E se venissi insieme a te? Non posso prendere il tuo peso, ma posso aiutarti a portarlo e camminare con te. Poi se è appropriato, potresti includere una terza persona che rappresenti la presenza di Dio che cammina all’altro fianco. 

Chiedi alla persona: “Come ti senti avendo qualcuno che cammina al tuo fianco? Questo corso consiste in questo: camminare insieme lungo il nostro viaggio di guarigione. 

Guardando in Alto

Posso raccontarti la storia di qualcuno che ha intrapreso pure un viaggio, sperimentando sofferenza, dolore e guarigione?

Racconta due volte la storia che segue.

Molti anni fa, viveva un uomo di nome Giacobbe. Giacobbe ebbe dodici figli, ma uno dei suoi figli, Giuseppe, era il suo preferito. Giacobbe dimostrò quanto amasse Giuseppe dandogli una tunica di molti colori. Anche Giuseppe sapeva di essere speciale e aveva avuto dei sogni da parte di Dio che rivelavano che un giorno lui avrebbe governato la sua famiglia. A motivo di tutte queste cose, i fratelli di Giuseppe cominciarono ad odiarlo.

Un giorno Giacobbe mandò i fratelli di Giuseppe a pascolare le pecore, e un po’ di tempo dopo disse a Giuseppe: “Va a controllare i tuoi fratelli”. Giuseppe andò a cercarli nei campi, ma mentre era ancora lontano, i suoi fratelli lo videro e si dissero l’un l’altro: “Sbarazziamoci di questo sognatore una volta per sempre”. Quando li raggiunse lo gettarono in un pozzo vuoto. Dopo un po’ di tempo videro dei mercanti che andavano in Egitto, quindi tirarono su dal pozzo Giuseppe e lo vendettero ai mercanti come schiavo. 

Poi presero la veste di Giuseppe, la sporcarono col sangue di un animale e la riconsegnarono al loro padre. Giacobbe pensò che suo figlio fosse stato ucciso e pianse per la sua morte.

Ma Giuseppe fu portato da quei mercanti in Egitto e venduto lì come schiavo ad uno degli ufficiali del re. In quella casa Dio fu con Giuseppe, e Giuseppe ebbe successo in tutto quello che faceva. Presto il padrone lo mise a capo di tutta la sua proprietà. Però Giuseppe era anche un bel ragazzo, e la moglie del padrone si invaghì di lui. Gli propose di andare a letto con lei ma Giuseppe rifiutò e si allontanò da lei dicendole: “Come posso peccare contro Dio e contro il mio padrone in questo modo?” Ma un giorno la donna lo afferrò per la veste. Giuseppe lasciò la sua veste tra le mani della donna e fuggì via. Quando il marito tornò a casa lei gli disse: “quel tuo servo ha cercato di approfittarsi di me.” Il padrone credette a sua moglie e gettò Giuseppe in prigione anche se in realtà Giuseppe non aveva fatto alcun male.

Ma perfino in prigione Dio fu con Giuseppe, e Giuseppe ebbe successo in tutto quello che faceva.

Presto il capo delle guardie mise Giuseppe a guardia di tutti i prigionieri. Un servo del re era uno dei prigionieri di quella prigione. Un giorno fece un sogno che non riusciva a comprendere.  Raccontò il sogno a Giuseppe, ma Giuseppe disse: “Io non posso interpretare i sogni, solo Dio può farlo.” Dio rivelò a Giuseppe il significato del sogno. Giuseppe lo disse al servo e ovviamente il sogno si realizzò proprio come Giuseppe aveva predetto. Mentre il servo lasciava la prigione per tornare al servizio del re, Giuseppe gli disse: “Per favore ricordati di me quando sarai davanti al re e parlagli di me.”  

Ma il servo non si ricordò più di Giuseppe quando tornò al suo servizio, e Giuseppe rimase in prigione per altri due anni. Poi un giorno, due anni dopo, il re fece un sogno che non riusciva a capire. Chiese a tutti i suoi saggi e ai maghi, ma nessuno sapeva interpretare il significato, allora finalmente il servo si ricordò di Giuseppe. Disse al re: Ho fatto un sogno due anni fa quando ero in prigione, e lì c’era un uomo che lo ha interpretato. Forse lui può interpretare anche il tuo”. Il re mandò a chiamare Giuseppe e appena arrivò il re gli raccontò il sogno. Giuseppe disse: “Io non posso interpretare i sogni ma Dio può.” Giuseppe spiegò quindi il suo sogno al re: “Avrete sette anni di abbondanza, ma poi seguiranno sette anni di carestia. Durante gli anni di abbondanza dovrete raccogliere tutto il cibo che potete e poi conservarlo per averne a sufficienza durante gli anni di carestia. Il re ascoltando quelle parole disse: “Chi è simile a questo Giuseppe nel quale risiede lo spirito di Dio in questo modo?” Il re quindi mise Giuseppe al comando di tutta la raccolta e lo stoccaggio del cibo per prepararsi agli anni di carestia. Fece di Giuseppe il secondo in comando in tutto l’Egitto. Per sette anni Giuseppe raccolse e conservò cibo, poi la carestia arrivò proprio come aveva predetto. 

La carestia si sparse lungo tutto l’Egitto fino anche al paese dove il padre e i fratelli di Giuseppe vivevano. Presto Giacobbe e i suoi figli non ebbero più cibo da mangiare. Allora Giacobbe disse: “Ho sentito che c’è del cibo in Egitto.” Chiese ai figli di andare in Egitto per comprare del cibo, ed essi andarono. Quando arrivarono furono portati alla presenza di Giuseppe. Quando entrarono nella stanza, Giuseppe li riconobbe ma essi non riconobbero lui perché aveva le sembianze di un egiziano e parlava egizio. I suoi fratelli andarono per due volte da lui per chiedere del cibo e lui ne diede loro ogni volta. Mentre parlava con loro gli chiese da dove venivano e come stava il loro padre e a sentirli parlare si emozionò. La seconda volta che si videro, fece uscire dalla stanza tutti i suoi servitori e cominciò a piangere così forte che tutti nel palazzo lo udirono. Si presentò ai suoi fratelli e parlando nella loro lingua disse: “Sono io, sono Giuseppe, che voi avete venduto come schiavo. Non sono morto.”

Quando i suoi fratelli riconobbero Giuseppe ebbero paura. Ma Giuseppe disse loro: “Non abbiate paura. Voi volevate farmi del male, ma Dio lo ha usato per il bene. Non solo per il mio ma affinché molti potessero essere salvati. Adesso tornate al nostro paese, prendete nostro padre, tutte le vostre famiglie e ritornate in Egitto a vivere con me.” Così fecero i suoi fratelli, tornarono al loro paese e dissero a Giacobbe: “Tuo figlio Giuseppe è vivo.” Essi portarono le loro famiglie, il loro bestiame e le loro greggi e andarono a vivere con Giuseppe in Egitto. 

Aiuta il gruppo a ripercorrere la storia di Giuseppe ricominciando la storia per poi chiedere “Cosa è successo dopo?” Lascia che più persone raccontino le parti della storia che ricordano. Recitate la storia, scena dopo scena, chiedendo ai partecipanti di raccontare la storia mentre la recitano. Mentre recitano potresti fermarli in certi punti chiedendo agli attori come si sentono. 

  • Chiedere ad esempio a Giuseppe nei momenti difficili della storia come si sente, aiuta a evidenziare le diverse emozioni della storia.

Mentre chiedi alla persona che interpreta Giuseppe come si sente, chiedi anche al gruppo 

  • “Ti sei mai trovato ad affrontare situazioni e sentimenti simili nella tua vita?
  • Come ti rapporti con Giuseppe?” 

Chiedi se qualcuno si sente in grado di raccontare la storia per intero. Assicura tutti che il gruppo sarà pronto ad aiutare e che è assolutamente accettabile che nel raccontare la storia si possa chiedere aiuto al gruppo.

Chiedi le seguenti 5 domande:

  • Che cosa ti piace della storia?
  • Cosa ti viene difficile accettare in questa storia?
  • Che cosa ci mostra questa storia riguardo a Dio?  
  • Che cosa ci dice questa storia circa le persone?
  • Se questa storia fosse vera come cambierebbe il tuo modo di pensare? / Che significato assume questa storia nella tua vita in questa settimana?

Attività Terapeutiche

Le attività terapeutiche sono concepite per solidificare i concetti della storia o per aiutare intenzionalmente le persone a lavorare attraverso i loro sentimenti, prendere decisioni per andare avanti, o per aiutare a creare una comunità attorno a loro che ne favorisca la guarigione. Ogni lezione include un’attività specifica per la guarigione seguita da un’opportunità di discutere l’attività con un partner. Assicurati di comunicare che queste attività terapeutiche sono importanti. Potresti scegliere di enfatizzare questi momenti cambiando posizione nella stanza o perfino andando a svolgere le attività in un’altra stanza. Pure il facilitatore dovrebbe partecipare insieme al gruppo ad ognuna di queste attività. 

Introduzione alla prima Attività Terapeutica.

Questa attività prepara il terreno per un gruppo terapeutico di successo in quanto le persone si impegnano a camminare l’uno accanto all’altra verso il sentiero della guarigione.

Ricordate le “creme magiche” e come non erano affatto utili? Quali sono alcune regole di base che vorresti ci fossero in questo gruppo?

(Assicurati che le seguenti regole facciano parte in qualche modo dell’impegno preso dal gruppo).

  • Quanto viene detto nel gruppo rimane all’interno del gruppo, sii una persona fidata. In alcune culture potrebbe rendersi necessario un esempio pratico. Potresti aver bisogno di dire, ad esempio, “Non raccontate a nessun altro questa storia”.
  • Noi siamo qui per ascoltare e non per dare consigli.

Se fosse facile quanto ricevere un piccolo consiglio, saresti già guarito e non ti troveresti qui. Il miglior consiglio che puoi dare consiste nel raccontare una storia della Bibbia e permettere allo Spirito Santo di parlare a quella persona. Abbiamo bisogno di fornire l’uno all’altro l’opportunità di percorrere il viaggio. Siamo tutti diversi, e tutti abbiamo bisogno di intraprendere il nostro personale viaggio. 

Disegna una mappa con i 3 villaggi: Ricordare che stiamo viaggiando verso un luogo di un Nuovo Inizio è un passo importante verso la guarigione; è facile concentrarsi totalmente sulle ferite del nostro cuore dimenticando che è possibile dirigersi verso un luogo di guarigione.

Oggi abbiamo imparato che esiste un viaggio che passa attraverso 3 villaggi: Negazione e Rabbia, Senza Speranza e infine Nuovo Inizio. Abbiamo anche imparato che saremo una persona diversa quando raggiungeremo quel terzo villaggio e che potremmo avere delle cicatrici a causa delle ferite del nostro cuore. Cosa rappresenterebbe per te raggiungere il Villaggio del Nuovo Inizio? Cosa succederebbe in quel villaggio?

Disegna una mappa dei 3 villaggi, immaginando in modo particolare come quel terzo villaggio, il Villaggio del Nuovo Inizio, sarebbe per te. Potrebbero esserci risate con gli amici, dormire ogni notte senza più incubi, o riuscire a svolgere il lavoro che ti piace.

Revisione dell’Attività Terapeutica: dopo aver completato l’attività, raggiungi il tuo piccolo gruppo, o fai coppia con un partner e discuti la mappa che hai disegnato. Se non desideri parlare di quanto hai disegnato, discuti su cosa ha significato per te disegnare la mappa (es. non devi necessariamente dire cosa hai disegnato ma potresti scegliere di raccontare cosa ha significato per te disegnare l’immagine). Non forzare qualcuno a condividere se non vuole farlo.  

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Ricordando la Visione

È possibile riuscire a vedere le cose come Giuseppe quando disse a coloro che lo avevano ferito: “Non abbiate paura. Voi volevate farmi del male, ma Dio ha usato quanto è successo per il bene. Non solo per il mio ma affinché molti potessero essere salvati”.

Persone

Pensa a qualcuno che conosci che potrebbe avere beneficio dall’ascoltare questa storia su Giuseppe.

Esercitati sulla storia di Giuseppe 

Pensi di poter raccontare questa storia a qualcun altro? A chi la racconteresti? Mentre ci esercitiamo con questa storia, pensa alla persona a cui vorresti raccontarla.

Riporta il gruppo alla storia di Giuseppe partendo dall’inizio e poi chiedendo: “Cosa succede dopo”? Lascia raccontare a persone diverse le parti della storia che ricordano. In seguito chiedi ai partecipanti di dividersi in gruppi di due o tre persone e di fare pratica nel raccontare la storia e nel porre le domande l’uno all’altro.

Ricontrolla quello che è stato fatto in questa sessione. 

Preghiera/Mandato

Parla su come compiere un piccolo atto di gentilezza nei riguardi della persona alla quale si è pensato di raccontare la storia quando ci sarà l’opportunità di farlo. Potrebbe essere portare per loro dei pacchi pesanti, o rimanere ad ascoltarli o offrirgli una bottiglia d’acqua, una cosa qualsiasi per dimostrare gentilezza e un gesto d’amore da parte di Dio verso di loro.

Prega per la prossima settimana e per le persone che ascolteranno questa storia.