Spesso viviamo come se il nostro tempo non dovesse mai finire. Agiamo come se la morte non dovesse venire per noi. Ci comportiamo come se non ci fosse una fine per noi e, ancor di più, come se non ci fosse un giudizio. E di conseguenza, possiamo trovarci ad essere estremamente incuranti del nostro tempo e delle nostre risorse.

Il momento in cui le persone si rendono conto di aver sprecato molto spesso le spinge a dare un avvertimento agli altri. Oppure, ci sono momenti di rimpianto, o forse di orgoglio nel pensare che “rifaremmo tutto da capo”. Questi momenti di riflessione vengono persino scritti o commemorati in discorsi o lezioni, condivisi e ricondivisi per ricordarci la verità: che il nostro tempo è breve, e quindi dobbiamo vivere per ciò che ha valore, per ciò che è importante.

Recentemente stavo parlando con un amico che mi ha menzionato la scena finale del film Schindler’s List, in cui Schindler si rende conto di quante più persone avrebbe potuto salvare, se solo avesse guadagnato più denaro, venduto la sua macchina o persino la penna che aveva in mano. Avrebbe potuto salvare molte più persone. Molti altri sarebbero potuti essere sottratti al nemico.

Ecco la scena a cui il mio amico si riferiva:

Schindler aveva fatto un lavoro straordinario nel salvare molte persone, eppure, allo stesso tempo, si rese conto di quanto fosse stato sprecato. Il tempo era stato sprecato. Il denaro era stato sprecato. Si rese conto di quanto di più avrebbe potuto fare. Il suo tempo era giunto alla fine, eppure si rese conto di quante altre persone avevano visto la loro fine molto prima della sua.

C’è uno spirito simile nella dichiarazione di Paolo ai Corinzi, quando dice loro che il tempo, il loro tempo, è breve:

Ma questo dichiaro, fratelli: che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che hanno moglie siano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano di questo mondo, come se non ne usassero, perché la figura di questo mondo passa.

1 Corinzi 7:29-31

Che ne siamo consapevoli o meno, il nostro tempo è breve e le nostre vite, il nostro mondo, stanno passando. Ma se siamo onesti, sappiamo che spesso smettiamo di pensare a ciò che è veramente importante e ci concentriamo invece su noi stessi. Invece di focalizzarci su ciò che è eterno, ci concentriamo sulle nostre comodità, su noi stessi.

Ma Paolo sottolinea la vera verità: tutte queste cose stanno passando e l’unica cosa eterna è il Re e il suo regno. Lui è l’unico a cui dovremmo dedicare il nostro tempo e le nostre energie. Non a noi stessi. Non per innalzarci. Non per renderci ricchi, potenti o famosi. Alla fine, nulla di tutto questo ha senso, perché tutto passerà. Costruiamo, lavoriamo per noi stessi, per elevarci, eppure tutto verrà demolito. Nessuno ricorderà il nostro nome. Nessuno ricorderà nulla di ciò che abbiamo costruito.

Invece, c’è uno solo che durerà in eterno e a cui dobbiamo dare la nostra vita: Cristo, e solo a lui. Dobbiamo vivere per esaltarlo. Dobbiamo vivere per glorificarlo. Dobbiamo vivere per lui e solo per lui, perché lui è l’unico che rimarrà per sempre.

Quindi, in modo simile all’esperienza di Schindler, Paolo dice ai Corinzi che le cose di questo mondo, che tanto li preoccupano, dovrebbero vivere in modo tale da non esserne più turbati. Queste cose stanno passando. Tra pochi anni non ci saranno più, ma Dio e la sua gloria vivranno per sempre, così come le anime delle persone lì a Corinto, o con il Signore nel suo regno, o lontane dal Signore, separate da lui.

E in quel momento, cosa diremo? Ci pentiremo del modo in cui abbiamo speso il nostro tempo? Ci pentiremo di come abbiamo usato le risorse che ci sono state date? Oppure sentiremo dal Signore queste parole: “Va bene, servo buono e fedele”?

Queste sono domande importanti che dobbiamo porci ora, in questo tempo. Dobbiamo porcele anche in questo momento in cui affrontiamo sfide e difficoltà. Perché? Perché le nostre risposte a queste domande definiranno i prossimi 10, 20, 30 anni o più della nostra vita. Non possiamo aspettare che le cose migliorino. Non miglioreranno mai. Invece, le nostre risposte a queste domande guideranno il modo in cui vivremo il resto della nostra vita. Guarderemo indietro pensando di aver sprecato la nostra vita, o guarderemo indietro sapendo di averla donata per ciò che durerà per sempre?

Ciò che è eterno e che durerà oltre noi, per sempre, nell’eternità: la gloria del nostro Re e il bene delle altre persone, che, come noi, potrebbero conoscerlo.

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