Grazie a Dio che ha chiamato “suo popolo” coloro che non erano il suo popolo! Noi stessi siamo i Gentili che Dio ha chiamato a entrare nel suo regno per essere il suo popolo. Tutti sono invitati! Ma dobbiamo venire attraverso Gesù Cristo.
In tutto il capitolo 9 di Romani, Paolo sottolinea che Dio ha fatto una scelta sovrana. Inizia con la scelta di Dio che Isacco fosse il figlio di Abramo attraverso il quale sarebbe stata data la promessa. Poi prosegue con Giacobbe ed Esaù, mostrando che Dio scelse Giacobbe invece di Esaù e che attraverso di lui l’alleanza sarebbe passata ai suoi figli. Fa anche l’esempio del faraone, affermando che Dio ha scelto di mostrare il suo potere e la sua ira, mentre allo stesso tempo ha fatto di coloro che ha salvato gli oggetti della sua misericordia invece che della sua ira.
Paolo vuole dire e conclude che Dio ha scelto chi ha scelto. Dio ha deciso, almeno per un tempo, di rigettare Israele e invece portare nel suo regno coloro che aveva scelto tra i Gentili.
E se Dio, pur volendo mostrare la sua ira e far conoscere il suo potere, ha sopportato con molta pazienza i vasi della sua ira, preparati per la distruzione? E se lo ha fatto per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso i vasi della sua misericordia, che egli ha già preparato per la gloria—cioè noi, che egli ha chiamato, non solo tra i Giudei ma anche tra i Gentili? Come dice in Osea:
“Chiamerò ‘mio popolo’ quello che non era mio popolo,
e ‘amata’ colei che non era amata”,e ancora,
“Là dove fu detto loro:
Romani 9:22-26
‘Voi non siete mio popolo’,
là saranno chiamati ‘figli del Dio vivente’”.
Vediamo quindi, qui in Romani 9 come in molte altre parti della Bibbia, che Dio fa una scelta. Egli chiama il suo popolo a sé. Li sceglie. Rende il suo popolo oggetto del suo amore e della sua misericordia affinché la sua gloria sia conosciuta e riceva la gloria che gli è dovuta
Ma naturalmente questa è una faccia di un famoso dibattito teologico:
Stai dicendo che Dio sceglie me invece che io scegliere lui?
Beh, sì, sto citando quello che Paolo dice qui in Romani 9.
D’altra parte, il capitolo 10 di Romani, che è programmato per domani, sembra più dire che è la persona che mette la propria fede in Cristo e così viene salvata.
Quindi, è vero che Dio fa una scelta sovrana su chi riceverà misericordia da lui? Sembra proprio di sì, e certamente non vorrei negare che Dio è sovrano, che non possa decidere ciò che avverrà nella sua creazione.
D’altra parte, è vero che anche noi facciamo una scelta, e decidiamo se mettere la nostra fede in Cristo oppure no? Sì, sembra proprio così, e nemmeno vorrei negare le Scritture che ci dicono che dobbiamo pentirci e credere!
Ecco quindi tre pensieri veloci che vorrei condividere:
Primo, la cosa più importante è che dovremmo essere grati a Dio per il dono di conoscerlo, di essere riconciliati con lui, attraverso Cristo. Molto più che cercare di dimostrare il nostro punto teologico e vincere un dibattito, dovremmo vivere con gratitudine per il dono della vita eterna con Dio.
Secondo, un mio amico mi ha fatto vedere di recente un video di John MacArthur che, in sostanza, diceva “non lo so” quando gli è stato chiesto di riconciliare questi due diversi punti di vista. Penso che probabilmente riassuma bene anche la mia prospettiva. Direi che devo ammettere che la mia mente umana non è abbastanza sofisticata da comprendere tutti gli ingranaggi della mente di Dio per capire esattamente come funzionano insieme la sua scelta e la mia scelta.
Infine, continuo a pormi la stessa domanda: Alla fine, per quanto riguarda il modo in cui svolgiamo il nostro compito, che differenza fa, in definitiva, la mia prospettiva? Se credo che Dio faccia una scelta sovrana, so forse chi sono le persone che Dio ha scelto? No, ovviamente no. Quindi cosa devo fare? Devo condividere con loro la buona notizia del Vangelo! D’altra parte, se credo che ogni persona scelga Dio, come possono scegliere se nessuno glielo annuncia? E allora cosa devo fare? Devo condividere con loro la buona notizia del Vangelo!
La mia convinzione è che dobbiamo lottare per l’unità, lottare per rimanere un solo corpo in Cristo invece di combattere per avere ragione. Sì, dobbiamo scavare nelle Scritture per trovare ciò che Dio vuole, ma ci sono alcune risposte che in realtà non possiamo completamente risolvere, e credo che questa sia una di esse. Troviamo quindi unità e non divisione mentre ci presentiamo davanti a Dio in Cristo.