Una cosa è crederci. Molte persone credono alle verità su Dio. Molti dicono “Amen” quando una grande verità su Dio viene predicata in chiesa.
Un’altra cosa, però, è crederci al punto da agire di conseguenza. È un’altra cosa cambiare la propria vita. È un’altra cosa “puntare tutto”, come si direbbe in una partita di poker, sulla verità in cui si è creduto.
Sono due cose completamente diverse.
Gionatan era il figlio di Saul. Saul fu il primo re d’Israele e Gionatan combatté nell’esercito d’Israele. Egli credeva nella verità su Dio basandosi su come Dio aveva guidato e salvato gli Israeliti in passato.
Ma Gionatan non si limitò a credere. Agì in base a ciò in cui credeva. Si mosse. Si mise all’opera. La sua vita fu vissuta secondo la sua fede nel suo Dio.
Così, mentre suo padre Saul era accampato sotto un melograno, seduto accanto al nipote di Icabod, l’uomo il cui nome significa “la gloria se n’è andata”, Gionatan invece si fece avanti. Agì in base alla sua convinzione che sarebbe stato Dio a dare la vittoria, se davvero ci fosse stata una vittoria da ottenere.
Gionatan disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la guarnigione di questi incirconcisi; forse il SIGNORE agirà in nostro favore, poiché nulla può impedire al SIGNORE di salvare con molta o con poca gente». Il suo scudiero gli rispose: «Fa’ tutto quello che ti sta nel cuore; va’ pure; ecco, io sono con te dove il cuore ti conduce».
1 Samuele 14:6-7
I due, Gionatan e il suo scudiero, salirono all’avamposto dei Filistei e riuscirono a uccidere venti uomini. Due contro venti. E quella vittoria apparentemente piccola diede inizio a un conflitto molto più grande che portò l’esercito dei Filistei a cadere nella confusione, tanto che finirono per combattere tra di loro.
A quel punto, quando gli Israeliti sentirono che i Filistei erano in fuga e disorientati, si unirono alla battaglia. Ma la verità è che il lavoro difficile era già stato fatto. Dio aveva già vinto la battaglia. Dio aveva già usato Gionatan e il suo scudiero per dare inizio alla reazione a catena che avrebbe portato alla grande vittoria che Saul, il re, avrebbe poi rivendicato per il popolo di Israele.
Tutto perché una persona aveva creduto e due persone avevano agito in base a quella fede.
Gionatan non aveva alcuna garanzia che Dio sarebbe intervenuto. Non sapeva con certezza se Dio avrebbe agito in loro favore. Infatti, disse al suo scudiero: “Forse” il Signore agirà. Ma non ne era certo. Si assunse un rischio basato sul carattere di Dio. Si assunse un rischio confidando in ciò che Dio aveva già comandato al popolo. Sperava che tutto sarebbe andato per il meglio, che avrebbero ottenuto la vittoria, ma non lo sapeva.
E noi? Siamo disposti a rischiare per realizzare ciò che Dio ci ha già detto essere il Suo piano? Facciamo il passo per mettere in pratica ciò che Dio ci ha comandato? Oppure ascoltiamo, diciamo “Amen”, e poi torniamo a casa a sederci sotto il melograno?
Preghiamo che Dio susciti più persone pronte ad agire in base a ciò che dicono di credere. E impegniamoci a essere un popolo che non solo ascolta la Parola di Dio, ma la mette anche in pratica.