I Farisei non avevano nemmeno preso in considerazione altre possibilità. Erano bloccati – e in effetti, gli ebrei, ancora oggi, rimangono bloccati – sull’idea che il Messia dovesse essere un re politico, proprio come Davide. Questo re sarebbe venuto a guidare il popolo d’Israele verso la libertà, scacciando i loro conquistatori e oppressori e rinnovando il loro status di nazione politica indipendente e di popolo scelto da Dio.
Gesù, invece, stava mostrando agli ebrei, attraverso miracoli e l’autorità del suo insegnamento, che era stato mandato a loro da Dio, il Signore del cielo e della terra, e diversi stavano già iniziando a guardare a lui come al loro Messia. Sì, molti – se non la maggior parte – di quelli che credevano in lui pensavano ancora che sarebbe stato il re politico che volevano, anche se Gesù continuava a mostrare loro una via diversa, un cammino diverso. Gesù non aveva alcuna intenzione di diventare il re politico, il governante che essi si aspettavano. Egli era Dio stesso, in missione per distruggere il potere del male nel nostro mondo, prendendo su di sé le conseguenze del peccato, ristabilendo il suo dominio e regno nel Regno di Dio. Avrebbe ricevuto la giustizia che noi meritavamo, permettendoci di essere liberati dal peccato e dalla ribellione che abbiamo commesso, riscattandoci dal regno delle tenebre per portarci nel regno della luce.
I Farisei e i Sadducei si erano recati da Gesù per porgli quelle che credevano fossero domande difficili. Gesù rispondeva con facilità, meravigliando le folle che lo ascoltavano. Ma poi Gesù decise di porre lui stesso una domanda, per mettere a tacere questi “capi” religiosi:
Come mai Davide, parlando per lo Spirito, chiama il Messia Signore?
Gesù stava dicendo che, se il Messia fosse stato solo il figlio di Davide, Davide non lo avrebbe chiamato Signore. No, in quel caso sarebbe stato il Messia a chiamare Davide “Signore”. In quel caso, Davide sarebbe stato il Signore e il Messia soltanto suo figlio.
In altre parole, se il Messia fosse stato soltanto un essere umano, un capo politico che sarebbe venuto a guidare un regno umano, terreno e politico, perché mai Davide lo avrebbe chiamato Signore? Eppure questo è esattamente ciò che Davide fece quando scrisse il Salmo 110, che Gesù cita agli ebrei:
Il SIGNORE ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi.
Matteo 22:44
Non è che gli ebrei non avessero capito che questo versetto fosse profetico e parlasse del Messia che doveva venire. Sapevano che era un Salmo scritto da Davide. Sapevano che questo Salmo parlava del Messia, tranne che, come molte altre profezie, non corrispondeva alle loro idee preconcette su chi il Messia sarebbe stato. Avevano costruito un loro schema, una loro idea di chi il Messia dovesse essere, e poi cercavano di inserire le Scritture dentro quella struttura, dentro la loro idea di come il piano di Dio dovesse realizzarsi. In breve, avevano già deciso chi sarebbe stato il Messia e piegavano le Scritture per adattarle alle loro idee.
Purtroppo, credo che la stessa cosa accada molto spesso anche a noi oggi. Molto spesso, invece di leggere semplicemente ciò che Gesù dice o di cercare di comprendere ciò che vuole spiegarci, prendendo le sue parole per quello che sono, preferiamo rinchiuderlo, insieme al suo insegnamento, dentro la nostra scatola. Abbiamo già una struttura per chi crediamo che sia il Messia, abbiamo una nostra idea di chi pensiamo che sia Gesù, e quando troviamo qualcosa che lui dice che non si conforma a quella idea, invece di ascoltarlo e conformare la nostra idea a ciò che lui ha detto, pieghiamo e distorciamo le sue parole per adattarle al nostro pensiero.
E facendo questo, finiamo fuori strada. Finamo per pensare che Gesù sia venuto a servire noi. Finamo per credere che la storia di Dio riguardi in realtà me stesso e così, proprio come i Farisei e i Sadducei, ci concentriamo sulla vita che abbiamo in questo mondo invece che sull’eternità, che è la vera realtà per cui dovremmo vivere.
Eppure, se vivessimo per Gesù, ascoltando ciò che ha da dire e conformando le nostre vite alla sua parola e ai suoi insegnamenti, allora scopriremmo – come avrebbero scoperto i Farisei e i Sadducei se solo avessero ascoltato Gesù al loro tempo – che c’è molto di più che lui ci offre. Molto di più di quanto potremmo mai immaginare, perché le sue vie sono diverse dalle nostre. I suoi piani sono molto più grandi dei nostri. Ascoltandolo, allineeremo le nostre vite al suo piano. Non alle nostre idee né ai nostri progetti, né ai piani del mondo. Non alle idee e ai piani di colui che guida il sistema di questo mondo, il maligno, ma davvero a colui che possiamo chiamare Signore: Gesù stesso.