Gesù compì miracoli per confermare che ciò che diceva era vero. Solo facendo le opere che solo Dio poteva fare, Gesù poteva dimostrare che stava pronunciando le parole che solo Dio poteva pronunciare. La gente rimaneva stupita dell’insegnamento di Gesù perché parlava come uno che aveva autorità. Perché? Perché aveva davvero autorità. Egli è Dio. È il Creatore stesso che era venuto in forma umana per farsi conoscere da noi.
Quando Gesù terminò il suo discorso sulla montagna, cominciò a scendere, e mentre lo faceva, Matteo racconta che iniziò a compiere diversi miracoli. Guarì un uomo dalla lebbra, la suocera di Pietro dalla febbre, e molti altri, mostrando il suo potere sulle malattie. Guarì persone possedute dai demoni, mostrando il suo potere sul male. E calmò perfino il vento e le onde, mostrando il suo potere sulla creazione.
Gesù stava compiendo miracoli, facendo cose che solo Dio poteva fare, affinché le persone vedessero e credessero. Credessero a ciò che insegnava loro. Credessero che egli era veramente Dio. E non solo credessero, ma dessero completamente la loro vita a lui.
Una delle sfide più grandi di Gesù, tuttavia, era far sì che il suo stesso popolo lo accettasse. Anche vedendo i miracoli che egli compiva, i Giudei raramente riuscivano ad accettare e credere che Gesù fosse il Cristo, il Figlio di Dio.
C’era però un uomo che dimostrò di sapere veramente chi fosse Gesù. Ma non era un Giudeo. Anzi, era un Romano. Proveniva proprio da quel popolo che i Giudei pensavano dovesse essere rovesciato, conquistato dal Messia che stavano aspettando. Quest’uomo sapeva che Gesù poteva guarire gli altri, non per qualche potere magico che sembrava possedere, ma perché Gesù aveva davvero autorità. Anzi, sapeva che l’autorità di Gesù si estendeva nello spazio e nel tempo. Egli poteva dare un comando in un luogo e in un momento, e questo sarebbe stato eseguito in un altro luogo nello stesso momento, o in un altro tempo, o in qualunque modo egli avesse scelto.
Perché? Perché Gesù è Dio. Questo centurione romano capì, basandosi sulla sua piccola esperienza, relativamente parlando, con cento soldati, che quando dava un ordine, quell’ordine sarebbe stato eseguito esattamente come lui aveva detto.
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono un uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: “Va’”, ed egli va; e a un altro: “Vieni”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo”, ed egli lo fa».
Matteo 8:8-9
È straordinario cercare di comprendere ciò che quest’uomo comprese. Come centurione, era abituato a dare ordini ai suoi soldati. Dava ordini a persone fisiche e concrete. Queste andavano ed eseguivano quegli ordini. In altre parole, c’era qualcuno responsabile. Qualcuno che poteva vedere. Se quell’ordine non fosse stato eseguito, il centurione sapeva chi ritenere responsabile.
Ma il centurione stava dicendo che sapeva che Gesù poteva semplicemente pronunciare una parola e il suo servo sarebbe stato guarito. Questo è un tipo di autorità diverso! È un’autorità che va ben oltre quella del centurione. A chi avrebbe detto Gesù di andare? Chi avrebbe dovuto essere ritenuto responsabile se l’ordine non fosse stato eseguito?
Queste erano domande superflue, perché quel centurione sapeva qualcosa di incredibilmente importante: l’autorità di Gesù era assoluta. Gesù è Dio. Egli è il Creatore di tutte le cose. Ciò che egli dice che deve essere fatto, è ciò che sarà fatto, sia che dica a qualcun altro di farlo, sia che semplicemente pronunci la parola: quello che egli dice è ciò che accadrà. Punto. Senza domande. Egli ha l’autorità di esprimere la sua volontà, e l’autorità che gli dà la certezza che la sua volontà sarà compiuta quando dichiara che qualcosa deve essere fatto, sia che egli sia presente oppure no, semplicemente perché lo dice.