Negli ultimi anni ho trascorso molto tempo insegnando e parlando di come noi, in quanto seguaci di Cristo, possiamo “produrre frutto”. Ad esempio, Gesù disse ai farisei e ai sadducei che dovevano produrre frutti degni di ravvedimento. Nel nostro contesto, molto spesso, dato che insegniamo frequentemente sul fare discepoli, ci concentriamo sulla moltiplicazione dei discepoli come definizione di produzione di frutto. E penso che questa sia una rappresentazione accurata di ciò che intendono diverse Scritture, ma non è necessariamente una comprensione completa di cosa significhi produrre frutto.
Vediamo almeno un altro tipo di frutto menzionato nel Nuovo Testamento: il frutto dello Spirito Santo.
Vedo questo come un argomento estremamente importante, perché esiste un solo modo, e davvero un solo modo, per sapere che siamo in Cristo e che siamo stati salvati: se abbiamo lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio stesso, che vive dentro di noi, allora siamo stati salvati. Non possiamo saperlo a causa di qualcosa che abbiamo fatto o di qualcosa che qualcuno ci ha detto. Quando siamo salvati, Dio sigilla la sua promessa in noi e ci identifica come suoi, mettendo dentro di noi il suo Spirito Santo.
A questo punto, sorge una domanda ovvia: come posso sapere se ho lo Spirito Santo?
Potrebbero esserci diversi modi per saperlo, e la risposta potrebbe dipendere dalla teologia della persona a cui lo chiedi. Tuttavia, il mio intento è di rendere la risposta il più semplice possibile, utilizzando un’analogia per comprenderla.
Supponiamo di guardare un albero e di pensare che potrebbe essere un melo, ma non ne siamo sicuri. Come possiamo saperlo con certezza?
A parte controllare il suo DNA o conoscerne altre caratteristiche, qual è il modo più ovvio per sapere se è un melo?
Lo sapremmo in base al frutto che produce.
Produce mele? Allora sì, è un melo.
Sì, capisco che questa risposta possa sembrare molto semplice, persino semplicistica, ma è una risposta chiara ed è il modo più immediato per riconoscere un melo.
Allo stesso modo, Paolo scrive alla chiesa di Galazia spiegando che in Cristo sono stati resi liberi. In Cristo, sono liberi dalla Legge e dalle catene del peccato e della morte. Attraverso la loro fede in Cristo, possono conoscere Dio. Saranno il popolo di Dio sotto la nuova alleanza che Dio ha fatto con il suo popolo mediante il sangue di Cristo.
E quando pongono la loro fede nella morte e nella risurrezione di Gesù, sapendo che li salverà, allora Dio li segnerà con lo Spirito Santo.
Ma Paolo va oltre, spiegando come i Galati, e chiunque legga questa lettera, possono sapere di avere lo Spirito Santo e di “camminare” secondo lo Spirito. Spiega che produrranno il frutto dello Spirito. Invece di indulgere nei desideri della carne, produrranno il frutto dello Spirito.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro queste cose non c’è legge.
Galati 5:22-23
Quando comprendiamo che il frutto dello Spirito Santo include queste cose, possiamo iniziare a chiederci:
Ho lo Spirito Santo che vive dentro di me? Cammino secondo lo Spirito Santo?
Per rispondere, e per essere sicuri della nostra risposta senza ingannarci, possiamo porci alcune domande semplici:
Ho risposto al mio amico e alle sue domande o critiche con amore?
Provo gioia mentre affronto la mia giornata?
Sto trattando mia moglie o i miei figli con pazienza e gentilezza?
Sto esercitando l’autocontrollo in questa situazione difficile?
Se la risposta a queste domande è Sì, allora, come credenti in Cristo, stiamo camminando secondo lo Spirito Santo. Stiamo producendo il frutto dello Spirito Santo. Se invece la risposta è No, allora probabilmente è tempo di tornare al punto di partenza, tornare all’inizio e pentirci. Pentirci delle cose che stiamo facendo male. Pentirci delle cose che ci impediscono di produrre il frutto dello Spirito Santo. Dio ci offre grazia e misericordia e ci ama, ma desidera che produciamo il frutto dello Spirito Santo, quindi dobbiamo camminare secondo lo Spirito che ci ha donato.
Un altro modo per riflettere su questo è dal punto di vista negativo. Prima di menzionare il frutto dello Spirito, Paolo dice che le opere della carne sono evidenti:
Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: [adulterio,] fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, [omicidi,] ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.
Galati 5:19-21
Paolo suddivide queste “opere della carne” in diverse categorie:
- Fornicazione, impurità, dissolutezza – Sono peccati abbastanza facili da riconoscere. Si tratta di peccati sessuali in cui, invece di usare il nostro corpo secondo il disegno di Dio, lo usiamo solo per il nostro piacere.
- Idolatria e stregoneria – Anche questi peccati sono facilmente riconoscibili. L’idolatria e la stregoneria mettono altri spiriti o divinità al di sopra dell’unico vero Dio. Invece di adorare Dio, invochiamo altri poteri per servirci.
- Inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sette, invidia – Qui ci addentriamo nella vita quotidiana di molte persone, anche oggi. Partecipiamo a litigi e conflitti? Proviamo rabbia, gelosia o invidia? Creiamo o fomentiamo divisioni? Formiamo gruppi o fazioni, alimentando un “noi contro loro”?
- Ubriachezze, orge e simili – Anche questi peccati sono piuttosto facili da riconoscere come contrari alla vita di un seguace di Cristo.
Il mio punto è che dovremmo riflettere attentamente sul frutto che stiamo producendo. Se diciamo di essere seguaci di Gesù e Dio ha posto il suo Spirito dentro di noi, allora ci ha chiamati alla libertà. Ma la nostra libertà è affinché possiamo produrre il frutto dello Spirito. E quando produciamo il frutto dello Spirito, stiamo anche adempiendo a tutti i comandamenti che Dio ci ha dato.
Possiamo sapere che stiamo camminando secondo lo Spirito dal frutto che produciamo.