Avevo bisogno di leggere questa storia stamattina. I discepoli chiaramente non capivano chi fosse Gesù e quale dovesse essere la loro risposta. Gesù aveva già sfamato più di 5000 persone con pochi pani e pesci, e i suoi discepoli avevano raccolto 12 ceste piene di pane avanzato. Ora, aveva sfamato più di 4000 persone, e avevano raccolto 7 ceste piene di pane avanzato.

In entrambi i casi, seguiva un confronto. Nel caso dei 5000, il confronto fu con la folla che aveva seguito Gesù sull’altra riva del lago, desiderosa di farlo re per poter avere altro pane. Amavano mangiare pane gratis! Ma Gesù voleva che capissero chi lui fosse davvero, quindi iniziò a spiegare di sé, dicendo che lui era la manna, il pane disceso dal cielo. Disse che le persone dovevano mangiare la sua carne e bere il suo sangue se volevano vivere. Quello era l’unico cibo e l’unica bevanda che avrebbe offerto loro, oltre a ciò che già avevano ricevuto.

Ora, dopo aver sfamato i 4000, il confronto stavolta è con i suoi discepoli. Gesù aveva detto loro di guardarsi dal lievito dei farisei e di Erode. Dovevano stare attenti alla religiosità che chiede semplicemente un altro segno, e poi un altro ancora, e poi un altro ancora. Se solo avessero avuto un altro segno, allora forse avrebbero creduto. In breve, questo “lievito” era quello dell’incredulità, nonostante sapessero ciò che era vero, nonostante avessero visto con i loro stessi occhi cose che solo Dio poteva fare.

I discepoli non capivano, così Gesù lo spiegò chiaramente e li mise di fronte alla realtà:

Ma egli, accortosene, disse loro: «Perché state a discutere del non aver pane? Non riflettete e non capite ancora? Avete [ancora] il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate? Quando io spezzai i cinque pani per i cinquemila, quante ceste piene di pezzi raccoglieste?» Essi dissero: «Dodici». «Quando spezzai i sette pani per i quattromila, quanti panieri pieni di pezzi raccoglieste?» Essi risposero: «Sette». E diceva loro: «Non capite ancora?»

Marco 8:17-21

Gesù sta dicendo loro di non essere come i farisei o Erode. Non siate persone che hanno occhi perfettamente funzionanti ma non vedono. Non siate tra coloro che hanno orecchie sane ma non ascoltano né comprendono ciò che sentono.

E soprattutto… non dimenticate.

Ricordate ciò che ho fatto.

E questa è la lezione per me stamattina. In mezzo ai tempi difficili, in mezzo alle sfide, in mezzo a un problema dopo l’altro, devo ricordare che Dio ha già fatto miracoli. È stato fedele, più e più volte. Si è preso cura di noi, di tutti noi, anche in mezzo alla difficoltà. E lo farà ancora.

Il mio ruolo, ciò che devo fare, è credere.

Sì, devo agire. Devo andare avanti. Devo fare ciò a cui lui mi ha chiamato. Ma Gesù promette che andrà con me. Sarà con ciascuno di noi. E sarà la sua potenza a far sì che ogni cosa si compia. Ora, camminerò oggi in quella fede? Oppure camminerò nell’ansia e nell’incredulità, vivendo invece secondo il lievito dei farisei e di Erode? Questa è la domanda per me oggi, ed è la stessa domanda per ciascuno di noi lungo tutta la vita. Su chi sto facendo affidamento? Su me stesso? O su Dio? Prego di poter dipendere da lui oggi. Dalla sua forza e non dalla mia, per la sua gloria.

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