Nel 2016, la mia famiglia ed io ci siamo trasferiti in Italia per lavorare con immigrati e rifugiati provenienti dall’Africa, dal Medio Oriente, dal Sud Asia e oltre. Siamo arrivati in Sicilia e viviamo qui ormai da quasi nove anni, condividendo il Vangelo e facendo discepoli di Cristo tra queste persone durante tutto questo tempo, incoraggiando e aiutando anche i nostri fratelli e sorelle cristiani siciliani a fare lo stesso.

Trasferirsi in un nuovo paese porta con sé molte nuove esperienze e una nuova comprensione del proprio rapporto con gli altri. Una parola, un’idea in particolare che abbiamo imparato, specialmente trasferendoci nel sud Italia, in Sicilia, con la sua forte cultura, è questa:

Siamo “stranieri”.

Stranieri si traduce in inglese come “foreigners”, oppure potremmo dire “strangers”. Anche se abbiamo imparato molto nel corso degli anni, restiamo stranieri per la terra siciliana, per la cultura siciliana, per la lingua e per molto altro. Siamo stranieri… lo siamo sempre stati, e sono abbastanza sicuro che, agli occhi dei siciliani, indipendentemente da quanto bene possiamo parlare la lingua o quanto a fondo possiamo conoscere i vari aspetti della cultura, resteremo sempre stranieri.

Come Paolo scrisse alla chiesa di Efeso, notò questa stessa divisione che esisteva precedentemente tra il popolo ebraico, che era stato chiamato popolo di Dio attraverso il patto che Dio aveva fatto con loro, e i Gentili, che non erano sotto quel patto. Dio aveva dato agli ebrei un segno del loro patto. Gli uomini venivano circoncisi, e questo mostrava che erano sotto quel patto, un popolo per il quale Yahweh sarebbe stato il loro Dio ed essi sarebbero stati il suo popolo.

I Gentili non avevano Yahweh come loro Dio. Non erano sotto quel patto. Non avevano il segno della circoncisione a dimostrazione che Yahweh era il loro Dio e che essi erano il suo popolo. Gli ebrei e i Gentili, in quel tempo, erano due popoli distinti. Non solo provenivano da luoghi diversi… non solo parlavano lingue diverse… non solo avevano culture diverse… Erano popoli diversi davanti a Dio.

Dunque i Gentili erano stranieri davanti a Dio. E ancora di più, erano stranieri per il popolo di Dio. Erano estranei. Non appartenevano. Non avevano parte in una relazione con Dio come invece gli ebrei. Anzi, Paolo dice che i Gentili non avevano speranza. Erano esclusi. Camminavano per questo mondo senza Dio.

Eppure Paolo afferma che Dio, in Cristo, ha rimosso questa barriera. Dio ha fatto di questi due popoli una sola nazione, un solo popolo. Li ha unificati in Cristo. Ha unito i Gentili e gli ebrei attraverso il sangue di Cristo. Ha portato pace. Ha rimosso il muro di ostilità che esisteva tra ebrei e Gentili, per non parlare del muro che separava Dio dai Gentili. Dio ha offerto il dono della grazia e della misericordia sia agli ebrei sia ai Gentili tramite Gesù, rendendo i due un solo popolo.

Così ai Gentili viene ora offerta la cittadinanza nel regno di Dio. Non sono più stranieri, ma cittadini a pieno titolo con tutti i diritti e i privilegi del popolo di Dio:

Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio. Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare.

Efesini 2:19-20

I Gentili non sono più esterni, ma interni. Fanno parte del regno di Dio. Sono, ancora meglio, parte della sua famiglia. Appartengono, grazie a Gesù. Gesù ha aperto la porta a tutti i popoli perché potessero entrare, ed egli stesso è il fondamento, la pietra angolare, del popolo di Dio, del quale ora fanno parte sia gli ebrei che tutti i Gentili, se si avvicinano a lui tramite Cristo.

Tutto ciò continua ad avere implicazioni anche oggi! Cristo è morto per i musulmani. Cristo è morto per gli atei. Cristo è morto per i buddisti, per gli induisti e per tanti altri. Lo ha fatto affinché potessero essere accolti nel regno di Dio, nella sua famiglia. E ha mandato noi a raccontare loro questa splendida notizia: Non sono più stranieri. Sono cittadini. Non sono più solo servi. Sono suoi figli. Sono ora, se vengono a Cristo, il popolo di Dio.

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