Maggio 21, 2025 Band

Quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne

Potrebbe essere stata una sorpresa per la chiesa di Colosse sentire che mancava qualcosa nelle afflizioni di Cristo. Gesù non era forse il sacrificio perfetto? Non è forse nel sacrificio di Cristo che ripongo la mia fede affinché i miei peccati possano essere perdonati?

In che modo, esattamente, le afflizioni di Cristo sarebbero mancanti?

Cerchiamo di capire cosa sta dicendo Paolo. Ecco il passaggio a cui mi riferisco:

Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa. Di questa io sono diventato servitore, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi di annunciare nella sua totalità la parola di Dio, cioè, il mistero che è stato nascosto per tutti i secoli e per tutte le generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi. Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria

Colossesi 1:24-27

È facile capire come questo possa generare confusione. Se Paolo sta dicendo che alle afflizioni di Cristo manca qualcosa, allora significa che il sacrificio non è perfetto. E se il sacrificio non è perfetto, non abbiamo nulla in cui riporre la nostra fede, e non possiamo essere perdonati. E infine, se non possiamo essere perdonati, siamo perduti. Siamo destinati a ricevere l’ira e il castigo di Dio. Non possiamo essere salvati. Non possiamo far parte del regno di Dio. Non siamo il suo popolo.

Ma ovviamente, in molti, moltissimi altri punti della Scrittura ci è stato detto che Gesù è il sacrificio perfetto – un unico sacrificio per tutti i tempi, per tutte le persone, per tutti i peccati. Gesù è colui che prende su di sé i nostri peccati affinché noi possiamo essere guariti. Ecco solo un esempio dalla lettera agli Ebrei:

In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.

Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e a offrire ripetutamente gli stessi sacrifici, che non possono mai togliere i peccati, egli, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi. Infatti con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto:

«Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», egli aggiunge:

«Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».
Ora, dove c’è perdono di queste cose, non c’è più bisogno di offerta per il peccato.

Ebrei 10:10-18

Vediamo chiaramente che non sono necessari altri sacrifici. Il sacrificio di Gesù è stato sufficiente per tutti, per sempre. Gesù è stato donato come sacrificio per i peccati da Dio stesso, attraverso Cristo, il nostro sommo sacerdote, e nessun altro sacrificio è richiesto. Anzi, offrire un altro sacrificio significherebbe dire che quello di Dio non è stato sufficiente. Continuare a sforzarsi per piacere a Dio sarebbe come dire che il sangue di Cristo non è abbastanza. Invece, agiremmo come se credessimo di avere bisogno di qualcosa di più.

No, abbiamo ricevuto il sacrificio perfetto in Gesù Cristo. Fu percosso e battuto. Fu appeso alla croce e morì, e poi risorse dopo tre giorni, sconfiggendo la morte e portando via il peccato di chiunque riponga la propria fede in lui.

Se questo è vero, allora cosa sta dicendo Paolo? Come può dire che manca qualcosa nelle afflizioni di Cristo?

E ancor di più, come può Paolo – sebbene veramente un grande uomo, ma pur sempre un uomo come ciascuno di noi – colmare qualcosa che riguarda il sacrificio di Cristo? Questo non è possibile, vero?

Dobbiamo essere certi di leggere ciò che Paolo dice nel suo contesto. Paolo si riferisce alla presentazione del messaggio del Vangelo. Sta parlando del messaggio che è stato nascosto per secoli ma che ora è stato rivelato ai Gentili. Sta parlando del fatto che questo messaggio deve ora essere portato al resto del mondo.

Il sacrificio di Cristo non è stato trasmesso magicamente o automaticamente a tutti. Non è stato, in qualche modo, comunicato elettronicamente a ogni cuore e mente. No, Dio ha scelto che fossero le persone a portare questo messaggio ovunque. In questo senso, Paolo dice che sta colmando ciò che manca alle afflizioni di Cristo.

Le afflizioni di Cristo hanno portato su di sé l’ira di Dio al nostro posto. È morto affinché noi potessimo vivere, ma non è andato personalmente in tutto il mondo per portare questo incredibile messaggio a tutti. Questo è il compito che Dio ha affidato a noi. Questo è il lavoro che ci ha dato da svolgere.

Facciamo però un ulteriore passo avanti. Paolo non dice semplicemente che è un portatore del messaggio. Dice che completa nella sua carne ciò che manca alle afflizioni di Cristo. Paolo porta questo messaggio dentro di sé, nella sua carne, e lo trasmette al mondo intero.

Paolo ha subito percosse. È stato imprigionato. Come Cristo, anche la sua carne portava i segni, le ferite del Vangelo, mentre portava il messaggio al mondo. Quando ascoltavi Paolo, vedevi anche le ferite sul suo corpo. Vedevi i segni di Cristo su di lui. Era pieno del messaggio di Cristo, persino nella sua carne. Paolo non predicava solo le parole del Vangelo, ma portava su di sé i veri segni di Cristo.

In questo senso importante, Paolo completa in sé ciò che manca alle afflizioni di Cristo. Non si sta sacrificando per le persone. Si sta donando a Cristo, per la causa di Cristo e per la sua gloria, affinché il mistero di Cristo sia rivelato a tutti, e tutto il mondo possa conoscere la salvezza che viene da Dio.

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