La scorsa notte ho avuto l’opportunità di rispondere a una domanda di un amico, un nuovo credente che era uscito dall’Islam e da una sua forma di ateismo per poi arrivare a mettere la sua fede in Cristo. Mi ha fatto una domanda riguardo all’opera dello Spirito Santo, mentre cercava di comprendere la differenza tra le tre persone della Trinità, i tre modi in cui Dio si rivela a noi.
Il mio amico ha chiesto cosa fa lo Spirito dentro di noi, e io ho spiegato che, prima di tutto, è lo Spirito di Dio che ci rende vivi davanti a Dio. Nei nostri peccati, siamo morti, e in Cristo siamo resi vivi, mettendo la nostra fede e fiducia nella sua morte e risurrezione. Facendo questo, ci viene dato lo Spirito di Dio, lo Spirito Santo, e siamo segnati come popolo di Dio con un sigillo, un sigillo che rappresenta la promessa davanti a Dio che siamo suoi.
Questo, naturalmente, viene direttamente da Efesini 1 e 2, dove vediamo che Paolo dice che eravamo morti nei nostri falli e peccati, eppure, nonostante fossimo morti, Dio ci ha resi vivi – spiritualmente vivi – in Cristo. Quando ci presentiamo davanti a Dio, egli ci vede in Cristo. Ci vede vivi.
Ma se siamo nei nostri peccati, siamo morti. Non c’è nulla che possiamo fare. Non c’è nulla che possiamo compiere da soli per renderci vivi. Siamo morti.
Ma Cristo ci rende vivi. Egli agisce su di noi come colui che può far rivivere i morti, dandoci lo Spirito Santo come sigillo, conferma, la vera vita che è dentro di noi. È la vita che solo Dio può dare, ed è la vita con cui viviamo come coloro che seguono Gesù.
Ovviamente, in questa stagione pasquale, è un momento opportuno per ricordare ciò che Cristo ha fatto. La scorsa domenica è stata la “Domenica delle Palme”, in cui si ricorda quando Gesù entrò a Gerusalemme seduto su un asino, mentre la folla agitava rami di palma in segno trionfale per il re che veniva. Questo venerdì sarà il “Venerdì Santo”, in cui si ricorda la morte di Gesù sulla croce. E questa prossima domenica celebreremo la risurrezione di Cristo, quando Gesù è risorto dai morti.
E quindi è giusto ricordare che Gesù è stato il primo tra noi a risorgere dai morti. Quando diciamo di seguire Cristo, intendiamo, ovviamente, che desideriamo fare ciò che Egli ci dice di fare. In questo modo lo seguiamo, obbedendogli, dimostrando il nostro amore per lui, proprio come lui dice che dobbiamo fare: facendo ciò che ci comanda.
Ma c’è anche un altro senso molto importante in cui lo seguiamo, almeno uno che voglio sottolineare mentre leggo la storia della risurrezione di Cristo stamattina. Noi seguiamo Gesù nella sua morte e risurrezione.
Ma egli disse loro: «Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; egli è risuscitato, non è qui; ecco il luogo dove l’avevano messo.
Marco 16:6
Se ricordiamo che eravamo morti nei nostri peccati, eppure siamo stati resi vivi in Cristo, possiamo comprendere che stiamo effettivamente seguendo un percorso spirituale simile, passi simili a quelli che ha seguito Gesù. Senza meritare la punizione, Gesù è morto come sacrificio perfetto. Non ha peccato, ma è stato ucciso sulla croce, versando il suo sangue per i nostri peccati.
Noi, invece, meritavamo la punizione. Meritavamo la morte che abbiamo ricevuto a causa dei peccati che abbiamo commesso. Grazie a Dio che ha ideato un piano che permettesse che i nostri peccati fossero pagati da Cristo stesso!
Quindi ringraziamo ancor di più, perché Gesù non solo ha pagato per i nostri peccati, ma è anche risorto dai morti. È stato risuscitato. È tornato in vita, e così anche noi, in questo stesso modo, seguiamo Gesù. Poiché ha pagato per i nostri peccati, ci permette di tornare alla vita anche noi. Ci permette di vivere, e vivere per sempre. Come lui, non sperimentiamo più la morte spirituale. Vivremo per sempre, eternamente con lui.
Questo è il dono meraviglioso che ci offre. Ci dona la vita. Una vita che continua per sempre. Una vita che ci strappa via dal regno delle tenebre per portarci nel regno di Dio. Una vita che ci permette di vivere per lui per sempre, glorificandolo, vivendo per lui invece che per me stesso. Un tempo ero morto, ma ora, come Gesù, sono stato risuscitato alla vita per vivere in questo modo e con questo scopo, per sempre.