Paolo non è completamente sicuro che i Corinzi siano pronti a dare. Li ha lodati, vantandosi di loro davanti alle chiese della Macedonia, ma in verità ha un piccolo dubbio nella sua mente: i Corinzi sono davvero pronti a portare a termine la raccolta per la chiesa di Gerusalemme?

Per questo sta scrivendo ai Corinzi per prepararli. Sta anche inviando Tito e almeno un’altra persona da loro per prepararli ulteriormente. Vuole assicurarsi che siano pronti e che i Macedoni continuino a essere incoraggiati dai loro fratelli e sorelle in Cristo a Corinto, sapendo che stanno facendo questo insieme come un unico corpo, e non solo individualmente.

Così Paolo incoraggia i Corinzi dicendo che possono essere come colui che fornisce il seme al seminatore nei campi:

Colui che fornisce al seminatore la semenza e il pane da mangiare fornirà e moltiplicherà la vostra semenza, e accrescerà i frutti della vostra giustizia. Così, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga generosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dio per mezzo di noi.

2 Corinzi 9:10-11

Questa mattina, leggendo questo passaggio, mi sono chiesto: qual è il vero obiettivo di Paolo nel parlare in questo modo ai Corinzi?

Credo, ovviamente, che Paolo voglia motivare i Corinzi a donare. Vuole che comprendano come il loro dono sia simile alla semina in un campo, con lo scopo di raccogliere un raccolto.

Poi ho riflettuto: in che modo le parole di Paolo vengono distorte ai nostri giorni?

Se si leggono solo piccole porzioni di questo passo e le si estrapola dal loro contesto, si potrebbe facilmente pensare che Paolo stia dicendo che se si dona denaro, si riceverà ancora più denaro.

Ed è proprio così che molti predicatori della “teologia della prosperità” o teleevangelisti di oggi predicano, dicendo ai loro ascoltatori che alla fine riceveranno sempre più soldi. Dicono alla gente che, se solo donano… e continuano a donare… Dio promette che riceveranno in abbondanza. Il loro “raccolto”, che interpretano come il proprio conto in banca, aumenterà. Fanno credere alle persone che Dio voglia dare loro più denaro.

Ma questo non è ciò che Paolo sta dicendo. Egli afferma che la loro giustizia aumenterà. Non sta parlando di un raccolto che necessariamente include un conto in banca più grande. Sta parlando di investimento e ritorno nel regno di Dio. Sta parlando di seminare e raccogliere giustizia. Sta parlando, in ultima analisi, di vivere per la gloria di Dio. Non per la gloria di colui che semina. Né per la gloria di colui che fornisce il seme. No, sta parlando di colui che è il Signore del raccolto: Dio stesso. Egli è colui che riceverà la gloria. È per lui, non per noi.

Allora, vuoi ampliare il raccolto? Il raccolto del regno di Dio? Se sì, allora devi donare da ciò che ti è stato donato. Da ciò che hai ricevuto, devi seminare di nuovo. I tuoi beni. Il tuo tempo. La tua vita. Questo è ciò che ha fatto Gesù. Ha preso la vita che gli era stata data e l’ha donata per noi. Il ritorno sul suo investimento, il raccolto, erano le anime delle persone per le quali è morto, che sarebbero poi state offerte al Padre. Il raccolto degli ebrei e dei gentili.

E ora è questo che Paolo sta chiamando i Corinzi, e ognuno di noi, a fare. Non ad ampliare il nostro raccolto personale, ma ad ampliare il raccolto per il Signore del raccolto, perché tutto appartiene a lui.

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