Perché Gesù compì miracoli? Perché mostrò di avere autorità sul vento e sulle onde, di poter camminare sull’acqua, scacciare i demoni e guarire le persone dalle loro malattie?
Attraverso le sue azioni, stava dimostrando che le parole che pronunciava venivano direttamente da Dio.
Se era in grado di compiere azioni che solo Dio poteva fare, allora è ragionevole credere che anche le sue parole fossero quelle che Dio intendeva che egli pronunciasse.
Nel caso di Gesù, però, egli non solo parlava da parte di Dio: affermava anche di essere Dio. Quindi, i miracoli che compiva servivano anche a confermare che lui, in quanto Dio, era presente in Israele nella forma di un essere umano, nella persona di Gesù, e che le parole che pronunciava, mentre dichiarava di essere Dio, erano vere.
Nel caso di Elia, Dio gli aveva detto di andare a vivere con una donna e suo figlio nella città di Zarepta. Lì, Elia chiese alla donna di preparargli del pane con l’ultima farina e l’ultimo olio che possedevano. Nella regione c’era una grave carestia, causata dall’assenza di pioggia per diversi anni, e la donna e suo figlio erano arrivati al punto di credere che stessero per morire. Erano alla fine delle loro risorse, alla fine di ciò che avevano. Elia, però, disse loro che Dio aveva promesso che la farina e l’olio non si sarebbero esauriti finché lui fosse rimasto con loro, fino al giorno in cui sarebbe tornata la pioggia.
Tuttavia, la donna sembra essere rimasta incerta. Fu solo quando suo figlio si ammalò e morì, per poi essere risuscitato grazie alle preghiere di Elia, che credette pienamente che le parole di Elia venivano da Dio:
Il SIGNORE esaudì la voce di Elia: l’anima del bambino tornò in lui, ed egli visse. Elia prese il bambino dalla camera di sopra e lo portò al pian terreno della casa, e lo restituì a sua madre, dicendole: «Guarda! Tuo figlio è vivo». Allora la donna disse a Elia: «Ora riconosco che tu sei un uomo di Dio e che la parola del SIGNORE, che è nella tua bocca, è verità».
1 Re 17:22-24
In diversi casi, ho sentito persone nella chiesa parlare dell’“autorità” che hanno su spiriti, demoni, malattie e altri tipi di situazioni difficili. Tuttavia, allo stesso tempo, parlano di Dio in modi che contraddicono ciò che Egli è e ciò che ci è già stato detto nella sua Parola. In questi casi, mi viene in mente che spesso ci piace l’idea che Dio ci dia potere e ci piaccia esercitare quel potere, senza però conoscere veramente Dio né comprendere il suo carattere. In altre parole, ci piace il potere che Dio può darci perché vogliamo dimostrare agli altri di avere qualche abilità speciale, ma non necessariamente amiamo Dio per quello che Egli è, per il suo vero essere.
In breve, in quei casi, il nostro interesse è nel fare colpo sugli uomini ed essere considerati persone spirituali grazie a qualche potere speciale, e non nel piacere a Dio vivendo per Lui. In quei casi, vogliamo che la gloria venga a noi, non a Lui.
Ovviamente, questo è un problema.
Lo scopo di un miracolo, o di un’azione che solo Dio può compiere, è confermare le parole che vengono pronunciate. Il miracolo è la conferma che quelle parole provengono da Dio.
Ma il nostro ruolo non è quello di desiderare i miracoli o il potere, bensì di conoscere, amare e obbedire a ciò che Dio ci ha detto. In questo modo, è Dio a ricevere la gloria per ciò che ha fatto, non noi. Se Dio decide di compiere un miracolo, benissimo. A Lui deve andare la gloria per ciò che ha fatto! Sta mostrando la sua potenza e confermando la sua Parola. Questo è qualcosa che è accaduto anche a me e attraverso di me, e posso confermare che è possibile. Ma il potere non è nostro da distribuire. È la potenza del Signore, da elargire quando Egli vuole e a chi Egli vuole, per confermare ciò che ha detto.