Paolo stava lavorando a una donazione che le chiese avrebbero offerto alla chiesa di Gerusalemme. Gerusalemme era la sede della prima chiesa, la chiesa madre, per così dire. Era la città in cui gli apostoli continuavano il loro lavoro, ma lo facevano sotto persecuzione e in condizioni di grande difficoltà economica.

Il desiderio di Paolo era di condividere con la chiesa di Gerusalemme, e mentre condivideva questo desiderio e questa visione, iniziò anche a sentire dalle altre chiese la loro volontà di partecipare all’opera. La risposta delle chiese macedoni fu sorprendente:

Infatti io ne rendo testimonianza; hanno dato volentieri secondo i loro mezzi, anzi, oltre i loro mezzi, chiedendoci con molta insistenza il favore di partecipare alla sovvenzione destinata ai santi.

2 Corinzi 8:3-4

I Macedoni non erano ricchi. Anzi, erano piuttosto poveri, eppure i loro cuori erano stati trasformati al punto che desideravano partecipare alla donazione. Volevano essere generosi. Infatti, supplicarono con insistenza Paolo affinché accettasse il loro dono. Non sappiamo se Paolo avesse suggerito loro di non donare o di dare di meno, ma sembra che questa fosse una possibilità. Tuttavia, le chiese macedoni volevano davvero partecipare. Volevano veramente far parte di ciò che stava accadendo. Supplicarono urgentemente Paolo affinché potessero donare.

Paolo usò questo esempio nella sua lettera ai Corinzi per aiutarli a comprendere il vero significato del dono, come risultato del cambiamento che Cristo opera in noi. Gesù aveva dato tutto nel suo amore per i Macedoni, e ora i Macedoni stavano dando tutto ciò che potevano per il corpo di Cristo.

Questo è il cambiamento che Cristo compie in noi quando comprendiamo la verità della salvezza che ci ha donato. Non solo ci dona la vita eterna, ma ci dà anche un cuore nuovo. Questo cambia tutto e, di conseguenza, ci porta a non voler più vivere per noi stessi, ma per lui e per la sua gloria. Non vogliamo più trattenere tutto per noi, ma desideriamo donare tutto a lui e per lui.

Questo è l’esempio che Paolo sta mostrando ai Corinzi. Sta aiutando la chiesa di Corinto a vedere come Dio abbia trasformato così profondamente i cuori delle chiese macedoni, al punto che esse supplicavano Paolo di accettare il dono che avevano preparato, chiedendogli di prendere il loro denaro affinché fosse una benedizione per il popolo di Gerusalemme.

Cosa ci insegna tutto questo? Cosa dobbiamo fare? In che modo siamo stati trasformati? Stiamo vivendo in questo stesso modo, con il desiderio urgente che qualcuno accetti il dono che siamo chiamati a dare?

O viviamo solo per noi stessi? Sto forse vivendo solo per me?

Ognuno di noi, sia che guadagni molto o poco, ha il privilegio di condividere con gli altri. Questo può avvenire attraverso le nostre risorse finanziarie, il nostro tempo o offrendo ciò che possediamo. Ogni persona ha ricevuto e, come risultato di ciò che Cristo ha fatto in lei, dovrebbe anche donare. E nel dare ciò che abbiamo, non doniamo solo dal nostro superfluo, ma lo facciamo con urgenza e insistenza, perché ciascuno di noi ha ricevuto un dono immenso.

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