Gli Israeliti erano stati informati della terra promessa che sarebbe stata data loro. In Esodo 23, Dio aveva detto loro questo:
Fisserò i tuoi confini dal mar Rosso al mare dei Filistei, dal deserto sino al fiume; poiché io vi darò nelle mani gli abitanti del paese; tu li scaccerai dalla tua presenza. Non farai nessun patto con loro, né con i loro dèi. Non dovranno abitare nel tuo paese, perché non ti inducano a peccare contro di me: tu serviresti i loro dèi e questo sarebbe un laccio per te».
Esodo 23:31-33
I confini originali della terra che Dio avrebbe dato agli Israeliti erano in realtà molto più ampi della terra che essi avrebbero effettivamente abitato, o anche di quella che vediamo oggi nello Stato di Israele. La terra descritta qui si sarebbe estesa ben oltre, arrivando fino all’attuale Iraq, per raggiungere il fiume Eufrate.
In ogni caso, il punto più importante era che gli Israeliti non dovevano stringere alcun accordo, nessuna alleanza, con i popoli che abitavano la terra che Dio aveva promesso loro. Il motivo era che sarebbero stati sviati dagli dèi dei popoli della terra di Canaan.
E, come si scoprì, quell’avvertimento fu molto profetico, perché è esattamente ciò che accadde, causando la rovina d’Israele.
Quando gli Israeliti entrarono nella terra promessa, prima distrussero Gerico, poi Ai, e successivamente diversi altri regni vennero a combattere contro di loro.
Ma uno dei loro vicini, che abitavano nella terra che essi avrebbero conquistato, decise di ingannare gli Israeliti facendoli entrare in un patto. Gli abitanti di Gabaon si presentarono agli Israeliti dicendo di aver udito ciò che Dio aveva fatto per farli uscire dall’Egitto e di come essi avessero poi distrutto gli Amorrei prima di attraversare il Giordano, e quindi volevano fare un’alleanza con gli Israeliti per non essere distrutti.
Parlarono solo delle battaglie che si sarebbero potute conoscere molto tempo prima del loro arrivo, ignorando appositamente quelle più recenti, come Gerico e Ai.
Portarono con sé pane stantio e ammuffito, otri di vino crepati e vestiti logori.
Mise in scena un buon inganno. Fecero davvero credere di essere arrivati da molto lontano, così che gli Israeliti non li attaccassero.
E gli Israeliti ci credettero. Si lasciarono ingannare dai Gabaoniti, e lo fecero per un motivo principale: non consultarono il Signore.
Non chiesero a Dio.
Allora la gente d’Israele prese delle loro provviste, e non consultò il SIGNORE. Giosuè fece pace con loro e stabilì con loro un patto per il quale avrebbe lasciato loro la vita; e i capi della comunità lo giurarono loro.
Giosuè 9:14-15
Presero decisioni e andarono avanti basandosi sul proprio giudizio. Fecero ciò che fecero perché non compresero davvero ciò che stava accadendo. Furono ingannati, e questa fu la prima volta che disobbedirono al comandamento di non stringere accordi con i popoli della terra. All’inizio della loro missione di conquistare la terra loro assegnata, finirono per fare un patto proprio con uno dei popoli che Dio aveva specificamente detto loro di non accettare.
Questo fu un grande errore, perché i Gabaoniti sarebbero rimasti nella terra. I Gabaoniti erano Hivvei che adoravano molti altri dèi. E gli Hivvei erano discendenti degli Amorrei, che adoravano anche Moloch, il dio degli Amorrei che richiedeva sacrifici umani. Fu proprio il culto di altri dèi, che avrebbe allontanato gli Israeliti dal Dio unico e vero, ciò da cui Dio li aveva avvertiti di guardarsi.
Sì, i Gabaoniti furono resi servitori del popolo d’Israele e ricevettero misericordia, ma credo che questo sia stato un punto di svolta per la nazione d’Israele. Con quel patto, e permettendo a questo popolo con il suo culto idolatrico di restare, si fece il primo passo verso la rovina della nazione. Gli Israeliti erano guidati e sostenuti dalla potenza di Dio, ma col tempo si allontanarono sempre di più da Lui, verso gli dèi delle nazioni circostanti.
E da chi impararono il culto di questi dèi stranieri? Proprio da coloro con cui continuarono a convivere e da cui si lasciarono influenzare.
Gli Israeliti avrebbero dovuto essere diversi dalle altre nazioni, ma invece continuarono ad allontanarsi dal Dio unico e vero, per avvicinarsi agli altri popoli. Adorarono i loro dèi falsi. Offrirono sacrifici agli altri dèi. E così ruppero l’alleanza che Dio aveva fatto con loro. Dio non fu più il loro Dio. Non perché Lui non volesse più esserlo, ma perché loro non lo riconobbero più come tale. Come popolo, si allontanarono sempre di più da Dio, rompendo così l’alleanza e arrivando persino a dire ufficialmente a Samuele che non volevano più che Dio fosse il loro re, ma volevano un re umano come tutte le altre nazioni.
Da questa storia possiamo imparare alcune lezioni importanti:
Primo, è facile per noi essere ingannati. Ci sono sempre persone e forze intorno a noi che vogliono farci deviare dal cammino che Dio ha tracciato per noi. Hanno i loro obiettivi, che non coincidono con ciò a cui Dio ci ha chiamato, né con ciò che Egli vuole che siamo. Non dobbiamo essere sospettosi, ma dobbiamo essere saggi.
Secondo, il primo passo per cercare saggezza è rivolgerci a Dio, soprattutto per le decisioni importanti. Soprattutto quando non siamo sicuri. Quando ci troviamo davanti a una scelta, a un bivio, a un cambiamento, dobbiamo cercare Dio, consultarlo, ascoltarlo, e poi agire nella fede.
Terzo, non dobbiamo pensare che Dio cambierà idea su ciò che ci ha detto. Nel caso degli Israeliti, Dio fu chiaro nelle sue istruzioni riguardo ai Cananei, agli Amorrei, agli Hivvei. Gli Israeliti non dovevano permettere loro di rimanere nella terra, per non essere sviati dal loro rapporto con Yahweh, l’unico vero Dio.
E infine, e soprattutto, dobbiamo rimanere in relazione con Dio. Dobbiamo coltivare la nostra relazione con Lui. È il nostro Creatore. È il nostro Salvatore. È il nostro Re, che vuole solo il nostro bene più grande. Dobbiamo rimanere fedeli a Dio, riconoscendolo nel suo giusto posto, e riconoscendoci nel nostro giusto posto nella relazione con Lui. Questo è il nostro Dio, e dobbiamo vivere per Lui, mettendolo al primo posto, con il valore più alto, sopra ogni cosa.