Ho sentito spesso persone parlare della parabola che Gesù raccontò, riportata in Matteo 13 e Marco 4, sui quattro diversi tipi di terreno. Ecco cosa disse Gesù, così come lo registra Matteo al capitolo 13:

Il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un’altra cadde in luoghi rocciosi, dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un’altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. Un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi [per udire] oda.

Matteo 13:3-9

Tra coloro che ho sentito parlare di questa parabola, il “buon terreno” viene solitamente inteso come coloro che credono in Gesù e lo seguono. Ma penso sia importante esaminare meglio questo aspetto per capire se davvero è questo ciò che Gesù sta dicendo.

Quattro diversi tipi di terreno

In questa parabola, il seme è la Parola di Dio, o la buona notizia del Vangelo, che viene sparsa da un seminatore perché possa produrre un raccolto.

I quattro diversi tipi di terreno rappresentano le persone alle quali arriva il messaggio della Parola di Dio.

Il primo tipo di terreno è la strada dura. Questo è piuttosto chiaro: queste persone semplicemente non credono e il seme non entra mai nel terreno. Non germoglia nemmeno, ma rimane in superficie a causa della durezza del suolo. Gesù dice che arrivano gli uccelli a mangiarlo, e più avanti spiega che si tratta del maligno, o Satana, che porta via il seme che è stato seminato.

Il secondo tipo di terreno è quello roccioso. Questo terreno in realtà riceve il seme, il seme germoglia e la piantina comincia a crescere. Tuttavia, a un certo punto, la crescita si ferma a causa delle rocce presenti, che impediscono alle radici di affondare in profondità. Gesù dice che, quando sorge il sole, la pianta si secca: questo significa che questo tipo di persona abbandonerà la sua nuova fede a causa delle difficoltà o delle persecuzioni sorte come conseguenza della fede stessa.

Il terzo tipo di terreno è quello con spine ed erbacce. Anche qui il seme germoglia, mette radici e la pianta comincia a crescere. Ma le spine e le erbacce, soffocando la pianta, alla fine la fanno morire. Gesù dice che, nella vita di questa persona, le preoccupazioni del mondo prendono il sopravvento sulla vita di fede. Le spine e le erbacce sono cose come il denaro, il successo o altri impegni che soffocano il tempo e lo spazio che la persona potrebbe dedicare a Dio.

Infine, il quarto tipo di terreno è il buon terreno. Questo è caratterizzato dalla crescita del seme fino a diventare una pianta. Ma non solo una pianta, bensì un raccolto: da un seme nascono trenta piante, o sessanta, o addirittura cento. Gesù si riferisce a un processo spirituale di crescita e di moltiplicazione perché questa persona ha veramente compreso la Parola di Dio che è cresciuta in lui.

Cosa significa per noi?

Credo che ci siano almeno tre cose che possiamo imparare da questa parabola.

Primo, come ho detto nel mio ultimo scritto, dobbiamo seminare largamente. Facendo questo, dobbiamo però aspettarci diversi tipi di risposte: sia all’inizio, quando le persone ricevono la Parola di Dio, sia nel tempo, quando le loro risposte cambiano.

Alcuni non crederanno affatto. Alcuni crederanno ma abbandoneranno a causa di difficoltà o persecuzioni. Altri appassiranno e moriranno nella loro fede a causa delle preoccupazioni di questo mondo che soffocheranno la loro fiducia in Dio. E infine, altri crederanno e diventeranno fruttiferi, producendo un raccolto.

Secondo, ci sono tre tipi di terreno – o tre tipi di persone – che credono. Il secondo, il terzo e il quarto terreno credono tutti. Tutti ricevono la Parola di Dio, tutti germogliano, tutti cominciano a mettere radici. In pratica, per noi questo potrebbe voler dire che queste persone hanno creduto in Gesù, sono state forse battezzate e possono anche partecipare regolarmente ai nostri culti.

Da questa parabola capiamo facilmente che Gesù si riferisce solo al buon terreno come all’esempio corretto, l’esempio di chi fa ciò che lui vuole e ciò che è giusto nel Regno di Dio. Questo ci porta al terzo e ultimo punto che possiamo imparare:

Essere buon terreno non significa soltanto credere in Gesù. Significa produrre un raccolto. Gesù dice che da un seme seminato nasce un raccolto: trenta volte, sessanta volte, o cento volte tanto. Il buon terreno è colui che fa ciò che la pianta deve fare: riprodursi. Quando la pianta matura, sparge a sua volta i semi. Produce un raccolto. Porta frutto per il Regno di Dio.

In pratica

Alla luce di questo, dobbiamo tornare al titolo di questo scritto e ciascuno di noi deve chiedersi:

Sono io il buon terreno?

Sto essendo buon terreno adesso?

Sto seminando ampiamente?

Sto lavorando per trovare coloro che sono il quarto tipo di terreno, aiutandoli e insegnando loro a seguire Gesù affinché possano riprodursi e diventare il più fruttuosi possibile?

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